Verso la fine del ‘700 a Parigi apre l’École Polytechnique, un’università estremamente prestigiosa, che annovera tra i propri docenti anche Joseph-Louis Lagrange, uno dei più grandi matematici di sempre. Tra gli studenti di Lagrange c’è un certo Antoine-Auguste Le Blanc, un giovane svogliato, che si è iscritto solo per far contenti i genitori.
Dopo qualche tempo Le Blanc smette di frequentare e per Lagrange non è certo una sorpresa. Senonché, da lì a poco, arriva la notizia che il giovane seguirà i corsi per corrispondenza. Le Blanc invia le soluzioni a compiti ed esercitazioni via posta e per il grande matematico Lagrange la cosa è sorprendente. Le Blanc risolve infatti in modo mirabile tutti i problemi assegnati e aggiunge sue considerazioni e riflessioni corrette e originali.
Com’è possibile che quel ragazzo pigro in aula a casa si sia trasformato in un genio, si chiede Lagrange? Convoca così Le Blanc nel suo studio ma al suo posto arriva una giovane donna. Il nome della ragazza è Sophie Germain, una parigina la cui madre è amica della madre del giovane Le Blanc. Appreso che Antoine-Auguste ha smesso di frequentare – ma risulta ancora iscritto – Sophie Germain ha deciso di rubargli il posto all’École Polytechnique.
L’ha fatto perché in questo prestigioso istituto le donne non sono ammesse.
L’incontro tra Sophie Germain e Jean Louis Lagrange, superato il primo imbarazzo, va molto bene. Parlano di matematica e Lagrange ha la conferma di trovarsi di fronte a uno straordinario talento.
Sophie Germain è stata una dellle menti matematiche più straordinarie di tutta la storia, includendo tanto le donne quanto gli uomini. Ha fornito grandi contributi anche nella fisica, in particolare con gli studi sull’elasticità dei metalli. Se nel cielo di Parigi svetta la tour Eiffel, in parte è anche merito suo (eppure, sulla targa che ricorda i nomi di chi ha contribuito all’impresa, lei non c’è).
Per chi volesse approfondire la sua conoscenza, suggeriamo l’ascolto di questa puntata del programma radio Rai Wikiradio, a lei dedicata in occasione della ricorrenza della sua morte, avvenuta il 27 giugno del 1831.
Abbiamo richiamato qui la sua storia per sottolinearne un aspetto: nonostante fosse un genio assoluto ha dovuto nascondersi, per poter fare la scienziata. Ha dovuto fingersi uomo. Il suo è un caso del passato? Ora le donne possono mostrarsi apertamente per quello che sono, senza bisogno – se non di fingere di essere un maschio – di comportarsi ‘come un uomo’?
Questa è la riflessione che avremmo piacere di proporre. Certo, dall’Ottocento a oggi molto cose sono cambiate, ma è davvero tutto a posto, ora?
Per cominciare a riflettere sull’argomento, suggeriamo di leggere questa intervista a Gaia Melloni, che sul tema della leadership mescola una pratica decennale a studio e riflessione.
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