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Illusione del controllo

Bella la foto, vero? L’ha scattata Pixabay. Maggiori informazioni (sulla foto e su Pixabay, le trovate qua). Il podcast è qua.

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prima causa di morte al mondo per i giovani tra 15 e 19 anni, sono gli incidenti stradali. Cambiamo pure fascia d’età, ma la situazione cambia poco: l’incidente stradale è la seconda causa di morte per i ragazzi dai 10 ai 14 anni – che hanno la colpa di essere passeggeri di autisti incoscienti o travolti da autisti incoscienti – e per quelli tra i 20 e i 24. Crescendo troviamo altri modi per ammazzarci, ma l’incidente stradale continua a dar lavoro alle pompe funebri: nel complesso è la nona causa di morte e considerato che per miliardi di persone l’auto è e resta un miraggio, è un risultato notevole.

Insomma: fino a quando non intervengono antipatiche malattie, l’incidente stradale è forse il modo con cui più probabilmente avviene la nostra dipartita.

Oh, mi rendo conto che non sia un argomento particolarmente allegro, e che forse spinga a qualche gesto scaramantico. Comunque, non è questo il motivo per cui lo affronto in audio e non in video. Io sono Daniele e questo è il quarto episodio di La regola dell’asino, il podcast che SPELL dedica alla sicurezza sul lavoro.

Se vale la pena parlare di questa faccenda degli incidenti stradali, ahimè, è perché credo riesca a illustrare molto bene quello che è un potente fattore che rema contro la sicurezza: l’illusione del controllo.

Quando guidiamo la nostra auto, non pensiamo di stare compiendo una delle cose più pericolose della nostra vita. Un po’ perché in caso contrario diventeremmo paranoici, un po’ perché abbiamo in mano il volante. E con questa presa, salda, alle 10.10, come ci è stato insegnato a scuola guida. E che cosa vuoi che ci possa succedere?

Non voglio dire che bisogna andare tutti a piedi o in bici. Cioè, sì, certo che sarebbe meglio andare di più a piedi o in bici, ma non certo per ragioni di sicurezza, perché un pedone e un ciclista corrono molti più rischi di un automobilista, dicono le statistiche.

No, non sto dicendo questo. Quello che sto dicendo è che dobbiamo fare un po’ come i costruttori di ascensori. Fanno la cabina, la progettano, la costruiscono e tengono conto di quante persone ci possono stare dentro. Così, calcolano il peso massimo da portare su e giù per il palazzo. Una volta che hanno il peso, costruiscono un cavo sufficientemente forte da sostenere quel peso più un 25%. Ma, hai visto mai, quel cavo si potrebbe rompere. Allora ne aggiungono un secondo, con le stesse caratteristiche del primo. Oh, che due cavi del genere si rompano, entrambi, è altamente improbabile, eh? Però, e vabè, dai aggiungiamone un terzo. E poi un quarto. E un quinto. Tra il sesto e l’ottavo cavo, di solito i costruttori di ascensori si fermano.

È una bella sensazione, quella di avere tutto sotto controllo. Non rinunciamoci. Solo, di tanto in tanto, proviamo a immaginare a cosa potremmo fare per essere ancora più tranquilli. E poi, dopo averlo immaginato, facciamolo. Se ne vale la pena, sia chiaro. Mettere tre lucchetti al cassetto della scrivania dove conservi le barrette di cioccolato forse potrebbe essere eccessiva. Credo che ne bastino due.

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